Dall’1 giugno verranno notificati senza firma del destinatario più di 8 milioni di avvisi di accertamento e cartelle. Che cosa si rischia.
A inizio estate arriverà un’amara sorpresa nella buca delle lettere. Nonostante il Paese si trovi sotto la pressione dell’emergenza Coronavirus, il Fisco pensa già a cosa fare quando si tornerà alla normalità.
Infatti tra le pieghe del Cura Italia emerge un aspetto non da poco. Dall’1 giugno e per tutto il mese, tutte le cartelle del Fisco, gli avvisi di accertamento e tutti i documenti che riguardano contestazioni fiscali saranno recapitate nella buca delle lettere dei contribuenti senza l’accertamento della presenza del destinatario. Insomma di fatto non verrà raccolta alcuna firma per gli atti tributari notificati al singolo cittadino, verrano depositati nella buca come fossero una cartolina spedita da una località di vacanza. Il tutto serve a mantenere le distanze tra l’operatore che consegna la posta e il contribuente per garantire la sicurezza sul fronte del contagio.
Un principio valido e corretto ma che potrebbe lasciare spazio a un rischio piuttosto concreto. Come sottolinea Italia Oggi, questo tipo di notifica di accertamento o ad esempio la cartella fiscale devono essere consegnate personalmente al destinatario oppure a qualcuno che lo rappresenti. Tutte regole previste in modo chiaro nello Statuto del contribuente che all’articolo 6 spiega in modo chiaro queste circostanza: “L’amministrazione finanziaria deve assicurare l’effettiva conoscenza da parte del contribuente degli atti a lui destinati”. Insomma di fatto questa procedura potrebbe lasciare ignari diversi contribuenti che si ritroverebbero nella buca delle lettere, a loro insaputa ( ad esempio nel caso in cui si trovassero in un’abitazione diversa da quella di residenza) di accertamenti fiscali e di cartelle a loro carico. Inoltre questa modalità potrebbe anche alterare quelle certezze fondamentali su data di notifica e su decadenza o prescrizione di imposte o accertamenti.
Insomma il Fisco non rinuncia alla sua morsa che potrebbe schiacciare i cittadini già tra qualche mese. Cittadini già provati da una crisi senza precedenti e con le tasche vuote. Infine, in questo contesto, va anche ricordato un aspetto non secondario. Le Entrate hanno esteso a due anni la scadenza per la consegna degli atti di notifica in scadenza. Lo stop al Fisco dunque è per il momento solo uno “spot” del governo. In realtà, superata la prima fase di emergenza, le Entrate torneranno a battere cassa chiedono anche gli arretrati. Si dice che nulla sarà come prima dopo il Coronavirus. Il Fisco a quanto pare non subirà alcun mutamento…