«La Flat tax è l’unica via per uscire dalla stagnazione facendo crescere il Pil e diminuire il deficit». Parla Armando Siri, l’uomo che Salvini ha messo a disegnare la riforma fiscale. «Le coperture? Dal sommerso e da riserve di bilancio». Per l’ex Sottosegretario la novità è «il criterio della famiglia fiscale, per le famiglie numerose previste deduzioni in base ai carichi». «Avvantaggerà principalmente le famiglie monoreddito». La soglia reddituale però rimarrà ferma a 50mila lordi, «ma l’obiettivo è l’aliquota unica per tutti».
Tutti ne parlano, ma pochi sanno davvero in che cosa consisterà. E’ la Flat tax, la rivoluzione fiscale promessa dalla Lega diventata dopo il voto Europeo la bandiera issata da Matteo Salvini. In questi giorni se ne parla in continuazione, ma al di là di qualche sparuta indiscrezione, un testo vero e proprio non c’è ancora. Però i tecnici della Lega ci stanno lavorando alacremente. A guidarli c’è l’ex Sottosegretario ai Trasporti Armando Siri, che dopo essersi dimesso nel braccio di ferro con i Cinque Stelle per il caso giudiziario che lo vede coinvolto, è stato messo da Salvini a disegnare l’architettura della riforma fiscale con la quale il “Capitano” promette di abbassare le tasse a imprese e famiglie.
Ma come sarà davvero questa Flat tax? E quali saranno le coperture? E davvero aiuterà le famiglie italiane e le imprese come promette? La Nuova BQ l’ha chiesto prooprio a Siri, che in questa intervista delinea concretamente alcuni aspetti della nuova tassa piatta targata Carroccio.
Senatore Siri, anzitutto: com’è lo stato di salute della Flat Tax a livello di iter di approvazione? Quando sarà portata in Consiglio dei ministri?
Il testo è pronto, alla prima occasione utile sarà portato in CDM per una valutazione. In ogni caso potremmo decidere anche di presentarlo direttamente in Commissione.
Crede che l’ultimatum di Conte di lunedì possa ostacolarne l’approvazione?
Gli ultimatum di solito servono per accelerare non il contrario.
La Flat tax potrebbe essere approvata anche in un contesto di un governo temporaneo pre elettorale?
È un provvedimento che va approvato convintamente da un Governo nella pienezza delle sue funzioni e con una maggioranza coesa.
E il monito dell’Europa sui conti? Rischia di rallentarne l’applicazione?
Tutt’altro. La Flat tax è l’unica via per uscire dalla stagnazione facendo crescere il Pil e diminuire di conseguenza il deficit.
Veniamo all’aspetto tecnico. Non è stato ancora chiarito il capitolo delle coperture. Può dirci qualche cosa di più concreto?
Le coperture saranno un mix di interventi che vanno dalla rimodulazione delle Tax expenditure, al recupero di risorse dal sommerso e dalla lotta all’evasione e da alcune riserve di bilancio che sono rimaste disponibili.
80 euro. Se ne parla da tempo e per diversi provvedimenti tanto da sembrare un po’ una fiche buona per tutto. Conferma che serviranno per la Flat tax?
Gli 80 euro non saranno aboliti per coloro che oggi ne usufruiscono come credito d’imposta, mentre per tutti gli altri faranno cumulo con il beneficio fiscale previsto dal nuovo ordinamento che ricordo resta opzionale.
Anche Landini (Cgil) e Visco lodano la Flat tax, ma nessuno sa come si fa davvero. Voi quale modello avete utilizzato?
Questa è la fase due della Riforma che abbiamo già avviato l’anno scorso estendendo il regime forfettario alle partite IVA fino a 65 mila euro (dall’anno prossimo fino a 100 mila). Quest’anno vogliamo abbassare le imposte a imprese e famiglie. Per queste ultime il criterio nuovo che viene introdotto è la famiglia fiscale. Questo significa che l’imposta non sarà in questo sistema per singolo contribuente ma complessivamente per il reddito della famiglia. In questo modo soprattutto le famiglie monoreddito avranno un forte sgravio che si tradurrà in maggiore possibilità di spesa.
Sull’impianto della riforma abbiamo sollevato con rappresentanti delle famiglie numerose, giudici tributari e docenti universitari la problematica della soglia reddituale: rischia di svantaggiare le famiglie con 3, 4 o più figli che hanno un reddito superiore a 50mila euro. Avete tenuto presente questo problema?
Come le ripeto il regime è opzionale e comunque nel caso delle famiglie, soprattutto monoreddito, il vantaggio c’è anche per le famiglie con 3 o più figli. Purtroppo, in Italia sono davvero molto poche. Voglio anche aggiungere che la riforma fiscale ha lo scopo di far pagare meno tasse a chi oggi le paga e non è un provvedimento di welfare. Oggi il nostro sistema come è congegnato riduce a zero la tassazione alle famiglie numerose soprattutto a basso reddito.
Tasse a zero per le famiglie numerose?
Non ho detto tutte le famiglie numerose non pagano ma quelle a basso reddito. Oggi una famiglia monoreddito con 22 mila euro e tre figli non paga nulla. Con il nuovo sistema la soglia di alza a 24 mila e poi c’è un sistema di deduzioni che fa si per fare un altro esempio che a 35 mila euro di reddito con 3 figli si paghi 2 mila euro in meno di imposte. Ovvero anziché 6 mila e 600 euro se ne paghino 4 mila.
Come interverrete? Il concetto di progressività per figlio è fattibile?
È previsto un algoritmo di deduzioni per i carichi famigliari che consente di ottenere un maggior ristoro fiscale rispetto al sistema attuale grazie anche all’abbassamento dell’aliquota.
Insistete sulle famiglie monoreddito, ma sembra assente ogni tipo di criterio di modulare il provvedimento in base al numero effettivo di figli. Eppure un reddito X, anche se “mono” pesa diversamente se ci sono 1 o 4 bocche da sfamare. Di questo non si è tenuto conto?
Ma certo che se ne tiene conto. Il nuovo sistema prevede un meccanismo di deduzioni il cui importo sarà inversamente proporzionale al reddito e direttamente proporzionale al numero dei componenti del nucleo famigliare. L’importo della deduzione per i carichi famigliari si alza più si abbassa il reddito e diminuisce più il reddito si alza.
Che senso ha una riforma fiscale che sembra incentivare le famiglie a restare sotto una certa soglia di reddito e quindi con pochi figli?
La riforma fotografa la situazione attuale, la quale ci dice che il 90% delle famiglie sono monoreddito e si attestano non oltre i 35 mila euro. Mi sembra che ci sia molto spazio di crescita. Poi, ripeto, questo è un sistema opzionale ed è ancora una fase intermedia per arrivare allo step definitivo che prevede l’aliquota unica per tutti.
La Flat Tax si rivolge principalmente alle imprese e alle famiglie. Qual è stato il percorso con le associazioni che rappresentano queste realtà?
Abbiamo incontrato decine di professionisti, di associazioni, centinaia di imprenditori micro, piccoli, medi e grandi. Siamo sul territorio e ci confrontiamo quotidianamente con chi lavora e chiede meno tasse.
Il giudice Bandini – intervistato da noi – consiglia di alzare la soglia a 65mila o addirittura abbattere la soglia psicologica dei 100mila. Avete tenuto in conto questa possibilità?
Ben venga abbattere le soglie lo dicevo prima, questa è una fase intermedia. Ad oggi superare la soglia dei 50 mila euro (anche se è previsto uno scivolo fino a 55) significherebbe aggiungere costi che non siamo in grado di assorbire.
Oltre al rilancio dei consumi quali altri benefici avete ipotizzato per la vostra Flat tax?
Il rilancio dei consumi costituisce già un grande volano per l’economia perché significa più produzione, più lavoro e più PIL. Poi c’è un fattore psicologico che va nella direzione della maggiore fedeltà fiscale. Far pagare meno tasse ha dimostrato in tutti i Paesi che l’hanno sperimentato, che i cittadini sono più incentivati a dichiarare e a pagare il giusto. Ecco, soprattutto per il nostro Paese dove il sommerso raggiunge cifre record oltre i 300 miliardi, questa riforma può essere una grande occasione per recuperare risorse e uno spirito di collaborazione leale tra Stato e contribuente.