L’introduzione di un’aliquota al 15% potrebbe liberare risorse e favorire l’emersione dell’economia sommersa
Il nostro Paese soffre di una forte depressione economica dovuta in particolare alla contrazione dei consumi interni. L’obiettivo della Flat Tax è far ripartire sistema produttivo e lavoro attraverso un’iniezione di liquidità nei conti economici delle imprese e nelle tasche dei contribuenti grazie alla diminuzione delle imposte. Lo Stato rinuncia a una parte di tasse e in cambio il Paese ottiene la risposta immunitaria che serve per guarire dalla recessione. Fino a oggi i provvedimenti dei Governi hanno puntato solo a lenire i sintomi ma non sono serviti a curare la malattia: il Jobs Act e gli 80 euro in busta paga ne sono l’esempio. Sulla Flat Tax esiste un solo Ddl in Parlamento che prevede la riforma del Tuir e la sostituzione delle cinque aliquote, dei cinque scaglioni e del sistema delle detrazioni oggi in vigore. Che cosa prevede? Il 15% di aliquota fissa per società di capitali, società di persone e persone fisiche. Aliquota che non è il frutto di un’estrazione a sorte, ma di un lavoro minuzioso e approfondito che dimostra come una percentuale superiore anche di un solo punto, nel caso dell’Irpef, aggraverebbe il carico reale per milioni di contribuenti (ad esempio per tutti coloro con reddito tra 15 e 29mila euro i quali oggi subiscono un’imposta media del 15,13 per cento). La nostra proposta prevede che l’aliquota del 15% venga applicata sulla base del reddito familiare complessivo, così da poter prevedere almeno due scaglioni e un sistema di deduzioni fisse (a 3 mila euro) per garantire la progressività (la Costituzione , come noto, non indica il metodo con cui debba essere ottenuta la progressività). Da zero a 35mila euro di reddito familiare si applica una deduzione di 3mila euro per ogni componente del nucleo, da 35mila a 50mila si applica la deduzione fissa (sempre 3mila euro) solo ai carichi familiari mentre a partire dai 50mila euro non si ha diritto più a nessuna deduzione. In questo modo, a seconda del reddito e della composizione del nucleo familiare, si ottiene la progressività dell’imposta. L’introduzione di una Flat Tax per aziende, persone fisiche e società di persone ha un valore totale di circa 63 miliardi (14,8 per le Spa e 48 per persone fisiche e società di persone). Una somma che verrebbe immessa nel sistema economico dei consumi e della produzione generando occupazione. Il progetto, grazie anche all’inasprimento delle sanzioni, prevede a regime (3 anni) un’emersione dell’economia sommersa per un valore d’imposta di circa 52 miliardi. Un dato previsionale più prudenziale della realtà presentata quest’anno al Parlamento dalla Gdf che parla di 69 miliardi di mancato gettito di imposte dirette dovuto al sommerso. È evidente che la maggiore disponibilità di denaro soprattutto nelle fasce medio basse avrà quale immediata conseguenza un aumento della spesa che si tradurrà a regime in circa 9 miliardi in più di gettito Iva. A questo si potrà aggiungere nuovo gettito (circa 4 miliardi) derivante da un aumento della base imponibile dovuta ai nuovi occupati. Per sostenere l’avvio a regime della Flat Tax il Ddl prevede il “saldo e stralcio” di tutte le posizioni presso l’Ente della Riscossione in incaglio o di difficile incasso. Una pacificazione fiscale definitiva con la possibilità per tutti i contribuenti in regola con la dichiarazione dei redditi di poter chiudere i conti con il fisco pagando una percentuale variabile tra il 6, il 10 e il 25% a seconda dello stato economico in cui si trovano. Una transazione che potrebbe garantire incassi per 60 miliardi in due anni, che servirebbero a “portare a regime” la Flat Tax. Resta inteso che occorre anche ridurre gli sprechi che gravano sul bilancio dello Stato. Il nostro provvedimento prevede un risparmio di 12 miliardi, 8 di questi solo dalla cancellazione della provvista per il Jobs Act (a cosa serve un’ulteriore prebenda alle imprese se portiamo l’imposta al 15%?). In aggiunta il provvedimento prevede in caso di gettito sotto le aspettative un conguaglio fino a un 5% sull’aliquota delle società di capitali e del 5% per le famiglie a partire dagli 80mila euro di reddito per una cifra pari a 13,5 miliardi. Basta fare due conti, per comprendere che questo provvedimento pone le basi per un dibattito costruttivo e fattivo volto a trovare la migliore soluzione possibile per poter finalmente guarire la malattia e non solo i sintomi.
(fonte: Il Sole 24 ore)