La tesi «Un’unica aliquota al 15% è la scarica necessaria per far riprendere l’economia».
«La flat tax rappresenta il coraggio di invertire la tendenza in un momento di forte debilitazione. È la scarica di adrenalina necessaria se vogliamo che l’organismo si riprenda». Tradotto in soldoni, spiega Armando Siri, consigliere economico del leader leghista Matteo Salvini nel suo saggio Flat tax, la rivoluzione fiscale in Italia è possibile, significa una iniezione di 50 miliardi che «invece di finire nella pancia dello Stato, resterebbero in circolazione nel sistema produttivo del Paese».
Pagare meno affinché paghino tutti: lo slogan è tanto semplice quanto accattivante, la declinazione è un excursus dalla storia delle gabelle (quello dell’esattore, sostiene l’autore, potrebbe essere considerato il vero mestiere «più antico del mondo») alla comparazione dei regimi fiscali. Per dimostrare che una «tassa piatta» (bassa) non è un’utopia, tanto che è applicata in aliquote e forme diverse in 37 Paesi nel mondo (compresi 7 dell’Ue, ultima la Spagna).
Per l’Italia l’asticella della tassazione (relativa alle sole imposte dirette, quindi non Iva e altro), secondo Siri, si dovrebbe fermare al 15%, aliquota unica con un regime di deduzioni fisse da 3 mila euro cui avranno diritto le fasce di reddito lordo familiare fino a 50 mila euro. La progressività imposta dalla Costituzione sarebbe garantita, ma con un sistema diverso.«L’aliquota del 15% — sostiene l’esperto economico — è l’unica che riesce a conciliare sia le esigenze di gettito che quelle di equità sociale». Il libro è ricco di esempi e di tabelle per dare supporto alle tesi esposte.
Siri immagina di applicare l’aliquota unica anche alle società e propone un intervento una tantum sulle cartelle incagliate di Equitalia. Da questa manovra si libererebbero risorse per 50 miliardi che, avviando un circolo virtuoso, stimolerebbero la domanda interna con ricadute positive sul Pil (+1,2% il primo anno, +2% il secondo e +2,5% il terzo).
Siri ringrazia Salvini per aver creduto nella sua proposta e si augura che Berlusconi tenga fede all’interesse mostrato. Ma, conclude, «sono gli italiani che devono avere il coraggio di scommettere sulla loro capacità di tornare a creare impresa, ricchezza, sviluppo e benessere».
(fonte: Corriere della sera)