Per vincere Matteo e Silvio si accordino sulla flat tax

PIACENZA Armando Siri è l’uomo che ha riportato al centro del dibattito il tema della flat tax (aliquota unica al 15%) già lanciato da Berlusconi nel ’94, offrendo alla Lega un contenuto di stampo liberale per strizzare l’occhio all’elettorato di Forza Italia.

Ma il 15% non è poco?

<<Due anni fa abbiamo depositato un disegno di legge dettagliato. Per fare ripartire i consumi ed estendere il risparmio fiscale al numero maggiore di contribuenti è l’aliquota giusta>>

Secondo FI è meglio il 20%.

«Qualche giorno fa era il 23%. La proposta di FI, ma ancor di più quella

dell’Istituto Leoni al 25%, lascerebbe fuori venti milioni di contribuenti».

Serve un accordo.

Per Prodi l’aliquota unica, moralmente sbagliata, aiuterebbe solo i ricchi.

«Di certo non c’è stato nulla di morale nel cambio fisso con l’euro a 1.936,27. Noi ci proponiamo di destinare risorse partendo proprio dai ceti medio bassi, garantendo la progressività».

Secondo i suoi calcoli la flat tax al 15% costerebbe 60 miliardi.

«Diciamo che lo Stato rinuncerebbe a incassare 6o miliardi di imposte per lasciarle nelle tasche degli italiani e delle imprese e far ripartire i consumi, la produzione e il lavoro. Abbiamo previsto per i primi due anni entrate extra tributarie per 70 miliardi derivanti dal saldo. Poi abbiamo maggiori entrate Iva per 7 miliardi, tagli alla spesa per 12, ed emersione per 4o miliardi. I nostri conti ci danno saldi positivi già dal primo anno».

Berlusconi parlò di flat tax già nel 1994.

«E un punto di convergenza. Dopo vent’anni la rivoluzione liberale purtroppo non si è completamente realizzata».

Salvini e Berlusconi parleranno di questi temi?

«E necessario se vogliamo vincere, tornare a governare il Paese e regalare la più importante riforma fiscale dal Dopoguerra».

(fonte: Corriere della sera)